Ci sono eventi che rimangono
impressi, che fanno da spartiacque tra un prima e un dopo, fatti in seguito ai
quali ‘nulla sarà più come prima’. Le giornate di Genova nel 2001, quando vi fu
il vertice del G8, sono tra questi. Per tre giorni un vortice di eventi si
dipanò a un ritmo serrato nelle strade di una Genova trasfigurata dalla zona
rossa: il concerto di Manu Chao, il corteo dei migranti, l’inizio del vertice e
l’assalto alla zona rossa, gli 8 grandi al Ducale, le piazze tematiche, i black
block, il corteo del Carlini, Piazza Alimonda e la morte di Carlo Giuliani,
l’attacco della polizia durante il corteo in Corso Italia, gli scontri nelle
strade del centro e poi l’assalto alla Diaz, Bolzaneto.
Il Genoa Social Forum, il
soggetto protagonista dell’organizzazione della contestazione al summit,
organizzò convegni e dibattiti in un controvertice che si tenne a Punta Vagno,
i cui contenuti vennero fatti passare in secondo piano dalla stampa,
inesorabilmente attratta dallo scenario dell’assedio agli 8 grandi.
Il GSF era un’inedita alleanza di
soggetti politici molto differenti tra loro che, nel magma dell’azione comune,
seppero andare oltre le diversità, prefigurando anche nella pratica
l’aspirazione che un mondo diverso fosse possibile.
Oggi, a dieci anni di distanza da
quegli eventi, si è ricreato nuovamente un ambito comune di dialogo e confronto
tra diverse realtà alcune delle quali non erano ancora nate, come Sinistra
Ecologia e Libertà. Da oltre un anno il coordinamento ‘Verso Genova 2011’ sta organizzando le
iniziative per il decennale del G8 ritrovando parte delle ragioni che vi furono
allora.
E’ bene però sottolineare che la
cosa più interessante di questo percorso è la lontananza da qualsiasi ipotesi
‘reducista’, al contrario lo sguardo è rivolto verso il futuro e alla volontà
di proseguire insieme il cammino intrapreso .
Lo spirito stesso dei contenuti
dei dibattiti, fatti salvi gli ineludibili passaggi sulla memoria, è incentrato
sulle contraddizioni di oggi, come si evince dall’attenzione riservata alla
situazione Euromediterranea ( rivolte arabe, indignados spagnoli, Grecia) o
alle tematiche della crisi economica globale piuttosto che dell’acqua e dei
beni comuni.
In questi giorni a Genova una
grande manifestazione attraverserà in maniera festosa e partecipata diverse
piazze della città nei suoi quartieri popolari, partendo dalle contraddizioni
di oggi per ripartire insieme verso quel mondo diverso e possibile che non
abbiamo mai smesso di immaginare e sognare.
Quindi non solo presenza nei
luoghi della memoria ma soprattutto partecipazione dove ci sono i problemi del
lavoro, del reddito, dove ci sono i migranti, dove l’ambiente e il territorio
sono a rischio di devastazione, per dire che siamo uniti nel volere un
cambiamento e coinvolgere la città su questo. Lanciamo una sfida e
un’opportunità di percorso che in primis le nuove generazioni sono chiamate a
raccogliere e diventarne protagonisti, ma è una sfida che riguarda tutti noi,
soprattutto in questa fase in cui al declinare del Berlusconismo non si
evidenzia ancora una chiara alternativa corrispondente a quel largo bisogno di
cambiamento che le recenti consultazioni elettorali e referendarie hanno reso
manifesto.
Oggi anche in Italia il vento
comincia a cambiare e più che mai condividiamo il motto di Genova 2011 ‘loro la
paura noi la speranza’, per noi la speranza riparte anche da questo luglio e
dalle sue piazze. Genova per noi non è il passato, è il futuro!