venerdì 30 marzo 2012

CENSIAMO GLI IMMOBILI!

Finalmente è partita la campagna nazionale per il censimento degli immobili sfitti o non utilizzati.

Sinistra Ecologia Libertà di Gallarate sarà presente a sostegno dell’iniziativa con un gazebo sabato 31 marzo all’ingresso del mercato di via Torino dalle ore 9.30 alle 12.30 e in Piazza Libertà dalle ore 17 alle 19.00.

Il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio sta spedendo una lettera a tutti i Sindaci dei Comuni italiani, invitandoli ad attivare un censimento del patrimonio edilizio presente all’interno dei confini del Comune.
Perché un censimento?
Il censimento serve a mettere in luce le strutture edilizie già presenti nel territorio comunale, e in particolare il numero di quelle sfitte, vuote, non utilizzate.
Questa operazione è di estrema importanza per monitorare lo stato attuale dell’offerta edilizia e ragionare senza pregiudizi e con precisi dati sulle reali necessità di edificazione ulteriore sul suolo comunale.
Il suolo, il territorio sono un bene comune, che noi cittadini abbiamo il compito di tutelare.
Come?
Innanzitutto sollecitando il Comune a procedere al censimento, tanto utile alla variante del PGT avviata, per decidere se e cosa serve costruire in città, pensando agli interessi collettivi.
E poi partecipando attivamente alla pianificazione urbanistica, perché non sia esclusivo esercizio di amministratori e professionisti del settore. Lo abbiamo detto dall’opposizione, lo ribadiamo dalla maggioranza. Consapevoli di trovare nell’amministrazione una grande sensibilità.
E’ la nostra città.
“Costruiamola” insieme.
Sinistra Ecologia Libertà Gallarate

giovedì 29 marzo 2012

LA MAGIA DEL MAGA


Il bilancio consuntivo di esercizio al 31.12.2011 del MAGA chiude in passivo.
Non è purtroppo una novità considerando tutti i bilanci che l’amministrazione Guenzani si trova a dover ora gestire e immancabilmente tutti in passivo.

Quello in questione così si può brevemente riassumere:
da un fondo di dotazione pari a 700mila euro impoverito sino all’importo di 45mila, si è arrivati alla perdita del presente esercizio pari a circa 60mila euro, nonostante il Comune avesse versato 260mila euro per l’attività del Museo per il solo anno 2011.

Tutto questo dal giorno venerdì 19 marzo 2010, giorno dell’inaugurazione, che per inciso è costata 292mila euro così ripartiti:

  • organizzazione:                               189.200  €
  • catering:                                             45.003  €
  • ufficio stampa/pubblicità:              17.043    €
  • vari servizi:                                       40.858   €

Il dettaglio dei costi ha avuto un impatto a conto economico di € 73.025,71 poiché il costo complessivo è stato riscontrato in quattro anni riconoscendo all’inaugurazione una utilità pluriennale. Per questo motivo, i budget 2011, 2012 e 2013 dovranno scontare a conto economico la quota di € 73.025,71 per ciascun anno.
Forti di queste premesse, il Presidente e il CdA hanno ritenuto opportuno fare alcuni investimenti.
Quello che più risulta particolare è sicuramente l’acquisto di 1980 t-shirt Yamamay ad un prezzo di € 15,15 l’una, ovvero si è sostenuta una ulteriore spesa per un totale di € 29.997,00.

Il 19 ottobre scorso in Commissione Cultura, tenutasi proprio al MAGA, mi ha stupito l’atteggiamento tracotante dell’allora presidente Angelo Crespi che diceva esattamente queste parole:
“ percepisco la tentazione di valutare il museo dal punto di vista esclusivamente economico e la voglia di liquidare il nostro lavoro in modo a tratti semplicistico.” E ancora riferito al bilancio “pareggio per il 2011 e una previsione di limitato utile nel 2012.”

Dimostrazione lampante di ennesima menzogna e prova di incapacità.

Sarebbe stato curioso vedere fino a dove si poteva spingere nell’affannosa ricerca di una sua assoluta e indiscutibile verità questa volta l’ex Presidente Crespi.
Così come sarà altrettanto curioso leggere dalla stampa le dichiarazioni di chi fino a qualche mese fa governava la città e che oggi si permette di fare senza alcuna vergogna le proprie considerazioni in merito alla gestione del bilancio.

giovedì 22 marzo 2012

QUERELATECI TUTT*


Lo ha ricordato Giulio Cavalli all’incontro su Cittadinanza e Costituzione. La mafia è un reato di egoismo, l’indifferenza la sorregge, la solidarietà la sconfigge. Noi siamo solidali con Massimo Brugnone, di Ammazzateci tutti, minacciato di querela perché, durante l’incontro, ha affermato che Nino Caianiello è stato condannato per peculato ed estorsione. Che l’architetto Bossi, ex dirigente dell’urbanistica del comune di Gallarate, è stato in carcere e sta affrontando un processo per concussione perché gran parte delle pratiche edilizie erano firmate dalla sua compagna Federica Motta, processo che coinvolge anche l’ex presidente dell’ordine degli architetti Riccardo Papa. Che l’arch. Bossi ha continuato a lavorare nel comune di Gallarate, che l’ex sindaco Mucci gli ha costruito un ambito dirigenziale ex novo, che successivamente il sindaco di Somma Guido Colombo lo ha chiamato a dirigere l’urbanistica della sua città. 
Lo abbiamo detto in questi anni anche noi, lo ripetiamo oggi: il Sig. Gioachino Caianiello è stato condannato per peculato ed estorsione, l’arch. Luigi Bossi, attuale dirigente dell’urbanistica a Somma Lombardo, è accusato di concussione e sta affrontando il processo. Non c’è accusa di fare parte di un’organizzazione mafiosa. 
D’altra parte la mafia in Lombardia non esiste.
E adesso querelateci tutti.



venerdì 16 marzo 2012

PER SEMPRE RAGAZZI. LA CITTA' DI MILANO NON DIMENTICA IL LORO SOGNO DI UN MONDO MIGLIORE.


Quella sera in via Mancinelli la strada e' buia.Un vento di marzo sposta il lampioncino in fondo a destra,lo fa dondolare come un'altalena.Nel silenzio si ascolta solo la voce del telegiornale da poco iniziato.Una voce metallica che viene da qualche casa con le finestre aperte.Il conduttore parla del rapimento Moro,dell'uccisione della scorta avvenuta due giorni prima a Roma,delle inchieste iniziate in fretta e furia.Il silenzio maschera il rumore sordo di passi veloci.Loro sono due ragazzi che vestono come una volta:jeans scampanati,camicione a quadretti,giubbotti con le frange,capelli lunghi. Di sabato,a quell'ora, percorrono la strada che divide in due il quartiere Casoretto,via Mancinelli.Trecento metri senza luce,un luogo poco frequentato,di sera come di giorno,buio,scuro. Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, parlano di Moro e di viaggi,di quei sogni che ogni ragazzo ha in testa a diciotto anni .Il risotto di Danila,la madre di Fausto,li attende fumante. Fausto non sopporta quando Jaio arriva in ritardo agli appuntamenti."La prossima volta me ne vado,non ti aspetto più- dice all'amico ."Cerca di essere più elastico-risponde Lorenzo. I passi si fanno più intensi e i pensieri corrono veloci come razzi. Un pezzo di vita scorre come la trama di un film e i ricordi prendono il sopravvento. Quei sabati al Parco Lambro con le chitarre,sognando un po' di California,ad ascoltare chi tornava da mete lontane ognuno con la sua piccola verità. Ricordi che si rincorrono come le chitarre di Crosby,Stills,Nash e Young.Le voci degli amici ,delle ragazze,delle lunghe discussioni politiche. Le prime esperienze con le donne consumate in poche ore,la fretta di correre lontano e di fuggire via da Milano.Il suono della chitarra di Jaio,ricevuta in regalo dallo zio solo due anni prima. E quei progressi fatti dai primi timidi accordi alle canzoni vere e proprie imparate su manuali di contrabbando. Le feste al Leoncavallo,i concerti di jazz ,il bar,spettacoli teatrali di compagnie che vengono da lontano. Il blues di Jaio e i Rolling Stones che Fausto ama tanto ascoltare. All'altezza del portone dell'Anderson School i passi d'improvviso si fermano. Fausto e Jaio avvertono il pericolo,si voltano intorno per chiedere aiuto. Intorno a loro c'è il vuoto, la solitudine. Così due giovani dall'accento romano si avvicinano con fare sbrigativo. Li bloccano. Ora i quattro si trovano faccia a faccia. Si fa avanti uno con l'impermeabile bianco e il bavero alzato,avrà diciotto,vent'anni."Siete del Centro Sociale Leoncavallo?-dice con voce squillante. Lorenzo e Fausto si guardano,sono increduli. Non rispondono. Il senso di due vite si spegne sotto i colpi di otto proiettili Winchester,7,65,sparati da un professionista. Un'esecuzione. I corpi si accasciano a terra. Il primo a cadere è Fausto .Il proiettile lo colpisce all'addome; gli altri tre in rapida successione all'emitorace sinistro,al braccio destro e alla regione lombare sinistra..Lui compie una torsione su sé stesso .Un quinto proiettile lo raggiunge di striscio bucando gli indumenti. Poi tocca a Lorenzo,Jaio per gli amici. Tre colpi lo fanno crollare sul marciapiede:Fausto è riverso sul piano stradale mentre Jaio è a breve distanza,centrato più volte mentre tenta una fuga impossibile. Dopo quei colpi che sembrano petardi scende un silenzio irreale. La strada si fa ancora più scura e nel buio scappano gli assassini. Polizia e carabinieri ammetteranno che si tratta professionisti,che nulla è stato lasciato al caso. Killer che avevano già sparato altre volte:conoscevano le armi,come utilizzarle senza silenziatori. Due ragazze appena entrate dall'oratorio,si affacciano dalla finestra e notano tre persone fuggire e due corpi riversi in una pozza di sangue. Alla polizia diranno che avevano sentito come dei petardi. Anche la perpetua della chiesa, che in quel momento si trova nell'abitazione che dà su via Mancinelli,intuisce che qualcosa non va e avvisa il parroco,Don Carlo Perego,uno di quei preti di quartiere che ha visto crescere tutti i ragazzi in un'unica strada. Si avvicina,riconosce Jaio e Fausto.Si china come in un atto di pietà e raccoglie il corpo mancante di Lorenzo Iannucci che gli spira tra le braccia:Poi in un momento di lucidità torna a casa e avvisa il 113. Don Perego piange come un bimbo,si dispera. Pensa a quanto sia ingrata la vita."Perché proprio loro?-continua a chiedersi."Erano così giovani,non avevano mai fatto di male a nessuno. Fausto veniva ancora sul campetto dell'oratorio insieme con Lorenzo e io li facevo entrare purché si limitassero a giocare al pallone e non parlassero con i nostri ragazzi di politica".Detta queste parole mentre la via inizia a brulicare di persone. Ragazzi come loro,di quel quartiere nella periferia est di Milano che frequentano il Centro Sociale Leoncavallo. Nel quartiere c'è chi offre la sua versione."Quella via era un pericolo-grida un conducente dell'autobus appena rientrato nella vicina rimessa dell'Atm di via Teodosio.Una ragazzina si scansa dal gruppo e piange. Il corpo di Lorenzo e' ancora coperto da un lenzuolo bianco mentre quello di Fausto viene trasportato all'Ospedale Bassini in un disperato tentativo di salvarlo. C'e' un via e vai di gente di ogni tipo. Ragazzi del Centro Sociale si mischiano ai tanti abitanti del Casoretto che vengono a rendere omaggio a due giovani delle loro strade. Giornalisti armati di taccuini cercano una verità credibile ma le fonti istituzionali percorrono disordinatamente piste di ogni tipo. C'è chi mette le mani avanti. Il capo di Gabinetto della Questura Bessone si lascia andare,parla a braccio con alcuni cronisti ."E' chiaro.Si tratta di un regolamento di conti,una faida fra gruppi della nuova sinistra o inerente al traffico di stupefacenti":Nessuno gli crede. Ci guardiamo stupiti. Traffico di stupefacenti?Faide tra gruppi?La matrice di destra di quell'omicidio e' ben chiara ,viene sussurrata da molti quella sera ma non ci sono prove. Gli assassini agiscono con la massima sicurezza. Così come altrettanto certa risulta la loro provenienza. I tre scappano verso il Centro Sociale Leoncavallo anziché fuggire verso la più vicina Piazza San Materno. Forse perché non conoscono la città.

Lorenzo Iannucci,detto Iaio, e' un ragazzo di quartiere. Conosce anche gli angoli più nascosti del Casoretto,di quel complesso sistema di viuzze e piazzette che fa di quella parte di Milano un enorme paesone,dove tutti si conoscono ieri come oggi.
Quando e' al Leoncavallo si sente un re.Gli piace mettersi la bombetta,comprata da un amico nei mercatini di Londra.La porta sempre. E balla per ore,senza fermarsi. E' buffo con quella faccia da giovane indiano. Uno splendido indio dai capelli neri.

Fausto ha un carattere più chiuso e introverso di Jaio ma insieme sono un'unica cosa. Veniva dalla fredda e riservata Trento dove aveva vissuto fino alla quarta elementare. A Milano si sente spaesato, la città e' troppo grande per un bimbo dagli occhioni gentili e dallo sguardo timido.

FAUSTO E IAIO ,LA SPERANZA MUORE A DICIOTTO ANNI
di Daniele Biacchessi

Per l’omicidio sono stati indagati Mario Corsi, Massimo Carminati, Claudio Bracci. La loro posizione è stata archiviata per insufficienza di prove nel 2000. Ad oggi nessuno ha pagato per la morte dei due ragazzi e i probabili assassini sono in libertà.

Domenica 18 marzo, dopo 34 anni dall’omicidio dei due ragazzi, il Comune di Milano ha deciso di intitolare a loro nome i giardini di piazza Durante, a due passi da via Mancinelli.
Dopo la richiesta di ricordare sulla mappa della città i due ragazzi lanciata dall'associazione Familiari e Amici di Fausto e Iaio Onlus, nonchè dai militanti del centro sociale Leoncavallo, il comune scoprirà la targa a loro dedicata in piazza Durante con questa semplice scritta: «Per sempre ragazzi. La città di Milano non dimentica il loro sogno di un mondo migliore».
Milano,città medaglia d’oro della Resistenza, non vuole dimenticare e ricorda i suoi ragazzi uccisi dalla violenza fascista e tutte le centinaia di migliaia di persone che il 22 marzo 1978 andarono ai funerali di Fausto e Jaio.

Io ci sarò, noi ci saremo, chiunque abbia il vizio della memoria ci sarà.



venerdì 9 marzo 2012

9 MARZO: OGGI SEL è A ROMA!



http://www.fiom.cgil.it/

Caro Maurizio,
la manifestazione delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici ci dice cosa può essere l’Italia che contrasta la crisi, che indica con la lotta che dà speranza una strada di cambiamento per l’intero paese. Le ragioni della FIOM vincono sui ricatti di Marchionne perché ci parlano del lavoro prima di tutto come principio irrinunciabile di libertà e di dignità della persona, di ciascuno di noi.
Ci parlano della fabbrica come luogo della ricostruzione della
democrazia e del lavoro come valore fondativo della nostra Repubblica, secondo le semplici e profonde parole della Costituzione. 
Ci parlano della battaglia per un interesse generale che si affermi nelle nostre società contro egoismi e prevaricazioni, silenzi e indifferenze verso la condizione operaia dentro la crisi. 

Noi siamo con te, con tutte voi, con tutti voi, nella giustezza di questa lotta, nella costruzione di questa speranza.
 
Nichi Vendola.

giovedì 8 marzo 2012

COMUNICATO STAMPA


Ritengo inaccettabile e privo di qualsiasi rispetto umano e politico, leggere dalla stampa ciò che il sig. Caianiello  ha dichiarato circa la sua posizione sulla presunta cessione di Amsc Commerciale Gas.

E ciò che infastidisce non è ovviamente il suo pensiero, ma il semplice fatto che si sia permesso di fare quelle dichiarazioni.

Da un uomo che lascia un passivo di quasi 9 milioni di euro in Amsc, è inaccettabile qualsiasi consiglio e commento circa il lavoro onesto, puntuale e trasparente che l’amministrazione e i dirigenti delle partecipate stanno facendo in questi mesi.

Il sig. Caianiello è stato condannato nel febbraio scorso dal Collegio giudicante del Tribunale di Busto Arsizio a 1 anno e 4 mesi per peculato con interdizione dai pubblici uffici ed è stato nuovamente condannato, sempre dallo stesso Tribunale, a 5 anni di reclusione per il reato di estorsione non più tardi di 10 giorni fa.

Per amore del buongusto e per rispetto dei cittadini gallaratesi, non può ora prendersi il lusso di dire ciò che vuole.
Perché non è solo il suo partito a rivendicare la cosiddetta questione morale, ma è chiunque antepone l’interesse pubblico a quello privato.

Ora, chi come noi ha sempre considerato la politica un servizio per la città, deve riproporre morale ed etica.

giovedì 1 marzo 2012

SEL: AFFRONTARE LA QUESTIONE MORALE

la Sinistra per Gallarate: affrontare la questione morale: Aspettiamo naturalmente la motivazione della sentenza di condanna per estorsione a Caianiello e Miano per esprimere un parere compiuto. Come...

DALLA STAMPA:

L' estorsione è il reato di chi, con violenza o minaccia, costringe uno o più terzi a fare o ad omettere qualche cosa traendone un ingiusto profitto con altrui danno. 
Il reato è punito dall'art. 629 del Codice Penale.



Sono esempi di estorsione:

  • il racket o pizzo consistente nell' attività criminosa, generalmente volta ad ottenere da parte di un operatore economico un pagamento periodico in cambio di una presunta offerta di protezione;
  • il comportamento intimidatorio del datore di lavoro che concorda con i propri dipendenti salari non adeguati alle ore di lavoro prestate.



L'estorsione è quell'attività che permette alla criminalità organizzata di acquisire capitali ingenti ma soprattutto di controllare il territorio. 

Di seguit0 alcuni articoli della stampa locale e nazionale su un recentissimo caso gallaratese.
Se pensate di voler approfondire la questione o di far riferimento ad altre notizie sulla rete, sarà sufficiente inserire nel motore di ricerca alcune parole chiave, ad esempio " caianiello + estorsione + condanna":