venerdì 28 dicembre 2012

28 DICEMBRE 1943

Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore.

Erano i sette figli di Alcide Cervi e di Genoveffa Cocconi ed appartenevano ad una famiglia di sentimenti antifascisti. Dotati di forti convincimenti democratici, presero attivamente parte alla Resistenza e presi prigionieri, furono fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia per decisione del Tribunale speciale.


La colpa loro è di aver accolto in casa e nascosto disertori, profughi e nemici, e di aver così anteposto alla legge dello Stato che imponeva di consegnare il nemico, l'antica legge dell'ospitalità contadina che dice "prima dagli da mangiare, poi da dormire, poi si vedrà.." (Paolini)




venerdì 14 dicembre 2012

LA MODERNA CHIESA:

I "tentativi" di rendere il matrimonio "fra un uomo e una donna" "giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione" sono "un'offesa contro la verità della persona umana" e "una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace", sostiene il Papa. "La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale", afferma Benedetto XVI. "Questi principi - spiega il Pontefice - non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l'umanità".
 
 



IL LAVORO A GALLARATE



Il consigliere PDL Aldo Simeoni nel Consiglio Comunale scorso chiede di convocare una Commissione Bilancio con all’ordine del giorno la discussione sulla scelta di AMSC di licenziare due dipendenti.



Accontentato!



Il giorno 7 dicembre deposito al protocollo la richiesta di Commissione prevedendola per il giorno 13 con al primo punto della discussione “ Comunicazioni in merito al licenziamento di due dipendenti di AMSC SPA”.

La convocazione viene inoltrata oltre che a tutti i componenti della commissione ovviamente, ai vertici di AMSC, presidente e dirigente e all’assessore.



Tutti presenti.



Tranne il PDL, proprio chi aveva chiesto l’incontro!

La loro ingiustificata assenza è certamente un gesto inqualificabile e decisamente poco rispettoso per chi si è assunto l’impegno e la responsabilità di essere presente.


Forse non volevano sentire ciò che il presidente AMSC Praderio ha riferito e che per punti riporto:



-         oggi AMSC conta 230 dipendenti. Per il maggior numero dei casi assunti in maniera diretta dall’ex dirigenza. Il processo di assunzione che avrebbe dovuto avere trasparenza pubblica, veniva gestito con una logica di accentramento gestionale e non garantiva tra l’altro neppure obiettivi precisi e mansioni specifiche.

-         Con la logica di riorganizzazione 13 persone hanno scelto il cambio di attività, passando da una funzione lavorativa ad un’altra sempre all’interno dell’organigramma aziendale. E solo due lavoratori hanno rifiutato.

-         A chi ha rifiutato l’azienda ha proposto sei alternative di impiego mantenendo la stessa retribuzione, pari a 38mila euro annui, e lo stesso livello.



Questo è il quadro.



Io sono davvero sensibile al lavoro e ai lavoratori e non posso accettare che il PDL cavalchi un cavallo di battaglia di questo genere quando per anni la situazione in AMSC era davvero miope e con una gestione quantomeno discutibile.

Il compito della politica è anche quello di rimettere il lavoro al centro del dibattito portando l’attenzione su un tema che riguarda davvero tutti, ma è singolare che in un periodo sociale ed economico come quello che stiamo vivendo due lavoratori padri di famiglia (cosi si sono e sono stati definiti) rinuncino ad uno stipendio di 38mila euro all’anno.

Credo che questo sia un ulteriore doloroso schiaffo a chi invece farebbe la fila per aver garantita la metà di quella cifra.



È da apprezzare lo sforzo della giunta e dei vertici di AMSC che hanno ritenuto necessario un cambio di rotta nell’azienda e che hanno cercato posizioni organizzative alternative ai lavoratori nell’ottica di rendere più efficiente tutta la struttura.

E apprezzo anche che la questione del lavoro sia argomento sensibile dell’opposizione.

Spero però che PDL e MUCCI, ORGOGLIO GALLARATESE facciano anche un attento e dovuto ragionamento su tutti i lavoratori, anche quei 1000 interessati nella truffa che ha coinvolto “mister preferenze” Quintino Magarò.

La Magistratura sta indagando su eventuali rapporti col mondo della politica, su contratti che potrebbero essere stati stipulati come “favore”.
Nel 2010 la cooperativa vinse l’appalto gallaratese per i servizi scolastici di assistenza ai disabili e di pre e post scuola (per un valore di 500.000 euro). Mentre Quintino Magarò, che della cooperativa era stato presidente e nella quale proseguiva a lavorare, era consigliere comunale.



Non ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, quindi se sono coerenti con ciò che dicono in Consiglio Comunale che prendano le distanze anche da chi ha appoggiato la candidatura di Massimo Bossi a Sindaco e che oggi è agli arresti domiciliari per aver preso in giro centinaia di lavoratori!