Le
immobiliari proprietarie delle aree lungo la SS336 preannunciano
un' improbabile class action, minacciando, neanche troppo
velatamente, i consiglieri comunali che intendono votare la variante
generale del PGT per salvaguardare l’ultima ampia area verde
cittadina lungo la SS336.
Non ci
facciamo intimidire. Perché è una scelta legittima. Perché è una
scelta giusta.
La
scelta di tutelare le aree verdi, rendendole agricole, è
innanzitutto legittima. Fa parte della possibilità programmatorie di
un Comune. Non c’è diritto edificatorio acquisito finché non c’è
approvazione del piano o rilascio del permesso di costruire. Come i
tanti piani approvati dalla precedente amministrazione, dalle
villette a deturpare la collina di Crenna o la prevista torre di 22
piani in via Cantoni, che nonostante la dichiarata contrarietà di
questa amministrazione, non possono essere fermati.
La
scelta di tutelare il verde ed evitare altro consumo di suolo è
soprattutto necessaria. Gallarate ha una gran quantità di case,
capannoni e negozi sfitti. Molti addirittura nuovi e da sempre
rimasti inutilizzati. Il 70,7% del territorio è costruito contro un
63,8% di Busto: è la percentuale più alta dell’intera provincia
di Varese.
Oggi,
finalmente anche a Gallarate, ci si rende diffusamente conto che
l’eccessiva cementificazione ha danneggiato la città e le sue
potenzialità. Perché fermare il consumo
di suolo significa promuovere gli investimenti sulle città.
Significa promuovere investimenti per riqualificare l’esistente,
anziché andare a costruire su terreni verdi lasciando degradare i
centri storici e le aree industriali dismesse.
Questo
dispiace a chi ha provato la via della speculazione edilizia? Ci
interessa molto di più assicurare ai cittadini e alle cittadine una
città più bella e vivibile.