lunedì 12 settembre 2011

CAMELOT


Nella triste vicenda degli emolumenti impropriamente pagati agli amministratori di 3SG nell’ultimo anno (per la cifra non irrisoria di 75.000 euro), ci sono almeno due aspetti che diventano evidenti e oggettivi.

Il primo: al di là di ogni ragionevole dubbio è ora lapalissiano che l’ex vicesindaco Caravati, allontanato dalla giunta e messo a presiedere la Camelot con la dipartita di Mucci verso Sondrio, non avesse alcuna competenza per quel ruolo. E le sue affermazioni che escludono il rimborso di quanto ricevuto, senza neanche volersi domandare se la legge gli da ragione o torto, mostra altresì quali erano le vere mire: lo stipendio e nulla più. Altro che occuparsi di un’azienda che da servizi così importante per tante persone, altro che fare del proprio meglio per migliorare le prestazioni. Soldi, solo soldi, guadagnati non per meriti ma per appartenenza politica. D’altra parte le sue dimissioni a pochi mesi dalla nomina per partecipare alle elezioni già lo avevano smascherato. Almeno gli altri Presidenti coinvolti sono meno arroganti. E forse meno attaccati a dei soldi pubblici che alla disponibilità pubblica devono tornare.

Il secondo: l’incompetenza dei tre ultimi direttori generali, succedutisi nell’ultimo anno, è altrettanto lapalissiana. Anche ammettendo l’incertezza normativa iniziale, un comportamento di tutela per non esporre l’azienda non solo a dovere chiedere i rimborsi ma anche a possibili ricorsi della Corte dei Conti e a responsabilità erariali, era il minimo necessario. Una scelta che tanto più avrebbe dovuto compiere l’attuale direttrice, Manila Leoni, che oggi afferma di avere proceduto a una serie di approfondimenti per comprendere appieno la legge. Dando per vero quanto da lei affermato, che solo con la nomina del nuovo Sindaco ha avuto la certezza che quegli emolumenti non erano dovuti. Un puro caso che questa “scoperta” abbia coinciso col cambio di amministrazione. D’altra parte perché dovremmo dubitare di tale affermazione? Solo perché quando venne nominata non partì col piede giusto facendo affermazioni false sulla sua non iscrizione al PDL che furono poi clamorosamente smentite dai fatti?

E allora già che a pensare male si fa peccato, vogliamo almeno ammetterne l’incapacità?

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