«Sono stato lunedì 5 maggio a Macao, poi ci sono tornato giovedì 8.
Tutti i dubbi, leciti, sono stati fugati immediatamente dall’energia
che si respira, dalle intenzioni sane dall’autonomia di pensiero.
C’è chi non ci crede, chi ancora non si fida ma le pose esistenziali
esisteranno sempre anche da parte di chi c’è.
Io stesso potrei essere
con i ragazzi solo per posa, anche se non mi sono mai messo in posa
neanche al mio matrimonio. C’è l’intelligenza in gioco, la volontà di
migliorare , la volontà di essere adulti anche se giovani.
Non si
parla di democrazia o di liberismo, ma di libertà.
L’inerzia di un
paese che non sa difendere il proprio futuro, è giusto che venga presa
per mano e trasformata in tempo di costruzione, ricostruzione.
Dovunque l’inerzia è manifesta, è li che bisogna essere, scuotendo,
creando, rendendo bello, bonificare la vita.
Milano è da tempo vittima
di se stessa ed è lo specchio del degrado che ormai imperversa in tutto
il paese.
Se un tempo la TV e l’informazione tutta dicevano quello
che accadeva nel paese, oggi, da tempo, accade quello che dicono loro
con la conseguenza che i modelli esistenziali di riferimento sono
totalmente cambiati.
L’ignoranza è un vanto.
La cocaina è uno
status.
Il sesso è una merce di scambio.
Il crimine è politicamente
corretto.
Martedì 15 maggio Macao è stato sgomberato dalla torre
Galfa.
Giusto forse legalmente, sbagliato eticamente.
Legalità ed
etica non sono mai andate d’accordo.
Sono convinto che questa città
meriti la mobilitazione che si è creata, perché esiste una città viva, a dispetto del sonno burocratico e verticale di chi l’ha governata e
di chi ci sta provando nonostante gli si siano aperti gli occhi e siano
sostenuti dalla stessa energia di un anno fa.
La strada è difficile,
ma qualcuno la deve fare.
Sono e sarò sempre complice di chi segue
l’istinto di libertà. Voler vivere meglio è un atto di legittima
difesa.
Lottare per questo, è un atto di coraggio”.
Vostro complice
Vincenzo Costantino Cinaski».
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