E’
notizia di pochi giorni fa il licenziamento di due lavoratori di AMSC.
Ora,
io non posso e non voglio entrare in merito alle motivazioni, quello che mi fa
riflettere è stata la modalità del gesto e della decisione.
Sono
casi particolari ed isolati, è vero, ma non si può licenziare per motivi
organizzativi ed economici, e per di più senza un confronto con le RSU, in
un’azienda che sta pensando oggi alla sua riorganizzazione.
Io
venerdì scorso durante l’incontro promosso dai lavoratori ero la, fuori dai cancelli
dell’azienda perché era necessaria la presenza della politica; per cercare di
rimettere il lavoro al centro del dibattito portando l’attenzione su un tema
che deve riguardare tutti: amministrazione e cittadini, lavoratori di AMSC e
dipendenti comunali.
Indipendentemente.
Io
sono fortemente critico nei confronti della ministra Fornero quando il
risultato della sua riforma lo si vive a Pomigliano e, ovviamente, non posso
non esserlo anche quando lo si vive a Gallarate.
E
la critico in questa giornata in particolar modo considerando che si aggiunge
un altro insulto alla già lunga lista.
Oltre
che sfigati e bamboccioni, ora noi giovani siamo anche schizzinosi e
incontentabili.
In
tutto questo, però, apprezzo il coraggio della giunta e dei vertici di AMSC che
hanno ritenuto necessario un cambiamento di rotta.
E
non nascondo che provo un certo sollievo quando leggo nel comunicato stampa che
“E’ ferma intenzione di AMSC profondere
ogni sforzo per identificare, con il contributo dei sindacati e la necessaria
disponibilità e flessibilità dei due dipendenti, posizioni organizzative
alternative, sempre nell’ottica di un più efficiente contributo dei lavoratori
in attività a maggiore valore aggiunto”.
Spero,
ma ne sono assolutamente certo, che anche con i dipendenti comunali si possa
arrivare serenamente ad un accordo.
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