Più che alla disonestà vera e propria, gli scandali della Lega fanno
pensare alla disperata precarietà strutturale di un partito inventato
da un fanfarone di paese, finto medico, cantante fallito, che per oltre
vent'anni è riuscito ad abbindolare un popolo evidentemente
abbindolabile. Tutto, nella storia leghista, è improvvisato e
cialtrone, a partire da quel logo fantasma, "Padania", che non ha
alcuna attinenza con storia e geografia e pare sortito da un partita
notturna a Risiko annaffiata da troppo alcol. Proseguendo con il
ridicolo crak del credito padano, l'inverosimile carriera politica del
povero Trota, il cerchio magico con le fattucchiere e le badanti,
l'università dell'Insubria, gli amiconi illetterati messi alla Rai per
puro sfregio, i finti ministeri a Monza, gli elmi cornuti, gli affaroni
in Tanzania...
È quasi prodigioso che con ingredienti così
poveri la grande simulazione di Bossi abbia potuto reggere così a
lungo. È come se un "Amici miei" di basso rango fosse arrivato a
governare un Paese. Poi i giudici, non per colpa loro, arrivano sempre
dopo.
Dopo che milioni di italiani l'hanno bevuta, ci hanno creduto, si sono tappati occhi e orecchie per non sentire e non vedere.
Michele Serra, La Repubblica. 4 aprile 2012
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